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di Fabio Folla
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Categoria: Poesie
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Giangilberto, l'asinello
è un gran lavoratore,
pensa che il mondo è molto bello
e vuol esserne fautore
Esce di casa tutto gasato
cerca un lavoro che vale
ma la cosa che ha trovato
è un lavoro interinale
Non fa in tempo ad imparare
a cucire le cravatte
che lo obbligano a cambiare
e va ad ammazzar blatte
Vuol cambiar e però
incappa nell'articolo 18
o nel malefico cococopro
e si trova ancora capisotto
A frenar il suo estro
in questo modo contorto
è il dover decifrare i contratti capestro
e il trattamento di fine rapporto
Ma c'è una cosa che lo ammalia
una bella tranquilla assunzione
perché no anche all'Alitalia
e si becca la cassa integrazione
Per sfuggir dai manager ladroni
dei caporali fa il bracciante
poi lavori in vecchi capannoni
ed è vittima di incidente menomante
Da quel dì non vuole più saperne
ha sentito di morti bianche
sui tralicci o nelle cisterne
le sue orecchie ne sono stanche
"Il lavoro fa male" grida
"più non mi fregherete"
di nessun più si fida
ne sindacato, ne cavalier, ne prete
Senza lavoro ne pensione
testimonia col suo raglio
che metter nel lavoro la passione
è un'arma a doppio taglio
Ma la cosa che lo consola
di non aver la pensione
è che non è vittima sola
è con milioni di persone.
Mercoledì, 01 Febbraio 2012 12:01